giovedì 21 agosto 2008

unghie rosse

sono le 7.30 del mattino
sono due giorni che vengo qui sul tetto, così presto
oggi è l'ultimo giorno intero che passo qui ad Anbalayam
mi sveglio presto perchè voglio far fruttare il tempo


già non abbiamo più ore a scuola, ma ieri il momento "letterary accademy" l'hanno dedicato a noi,
al saluto ufficiale
è stata una festa,
una festa dei colori perchè era mercoledì e il mercoledì è il giorno per lavare le divise e i ragazzi e le ragazze possono venire vestiti in borghese
e il loro "borghese" è così colorato !!!
si muovono per il cortile, sono ordinati e il semplice uscire dalle classi si trasforma in una danza ritmata dalle tinte accese e sgargianti
si siedono a terra maschi da un lato, femmine dall'altro
nel corridoio umano che si crea
passiamo noi
imbarazzati onorati
dietro a Bro. Samy
l'ufficialità del saluto vuole che finalmente due ragazze ci segnino sulla fronte col giallo-oro e il rosso, occhio della mente, e a turno ci pongono sulle spalle, come un caldo abbraccio, una sciarpa
la mia è davvero bella di un intenso azzurro turchese

comincia lo spettacolo
e sono canti danze recitazione

stavolta il tempo non è clemente
e come tutti i pomeriggi in queste due ultime settimane il cielo cambia repentinamente
prima il caldo era stato più torrido che mai
si alza il vento, l'aria è minacciosa e forse con quella pioggia intensa...applaude all'impegno dei ragazzi
pioggia intensa
si chiude il sipario sullo spettacolo a metà
Enrico impreca innocentemente, sembriamo molto più dispiaciuti noi, loro accettano questo intervento della natura con più matura saggia forse esperta serenità
la loro relazione con madre natura è più fitta stretta quotidiana della mia...ormai

all'uscita dalla scuola i ragazzi ci sono venuti a cercare
forse per riempire il tempo che devono passare sul ciglio della strada aspettando il pullman
ancora piove
ma Enrico e Nicola ci fanno poco caso, sono presi a giocare con i ragazzi
mi avvicino

ho conosciuto Sathya
lei è il motivo per cui ora che scrivo ho le unghie pitturate di un acceso e orribile rosso
mi si è avvicinata, mi ha detto il suo nome, il mio lo sapeva
mi si è messa accanto, è rimasta
è come se mi avesse scelto
per la sua amicizia
cerchiamo di scambiarci qualche informazione reciproca
è in dodicesima, l'ultimo anno per cui avrà diciassette anni più o meno, il prossimo andrà al college a Madurai a studiare informatica

un falso allarme su un fantomatico arrivo del bus ci fa dare un impacciato abbraccio, non sono tanto abituati al contatto fisico, ma siamo contente entrambe di abbracciarci, di aver superato varcato questa distanza
quello che ci comunichiamo passa per lo più attraverso
occhi e pelle

dopo aver capito che avevamo ancora tempo per noi
lei, lei mi regala una penna
probabilmente l'unica cosa che può lasciarmi in quel momento
mi sento impacciata
poi mi regala le unghie rosse, anche le sue sono verniciate
Enrico mi dice che il suo nome, Sathya, significa pace,
la sferzata finale arriva insieme alle unghie rosse e mi pulsa dentro come il loro colore intenso, mi chiede di andare a casa con lei, a casa sua...
io ci voglio andare

arriva il pullman
altro abbraccio impacciato
un bacio
e poi ci salutiamo con la mano
a lungo
salire sull'autobus è un'impresa, cinque sei rimangono appesi, attaccati penzoloni, lei è dentro e si divincola per vedermi tra tante teste dal finestrino
ci salutiamo con la mano
a lungo
fino a che il pullman è troppo lontano

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