un paio di volte, devo essere sincera, mi e’ venuto da chiedermi perche’ sono qui…una domanda lecita credo, che nasceva soprattutto dal disorientamento dei primi lenti giorni: siamo arrivati a ridosso del weekend quando le attivita’ della vita scolastica si fermano, la difficolta’ e l’impaccio della lingua...insomma c’e’ stato poco “da fare” e non era chiaro quale funzione avessimo qui.
fino a ieri avevo questa inquietudine
poi insieme al brano di vangelo di domenica
sono arrivati gli incontri
domenica mattina di tempo per riflettere sul brano di Matteo ne abbiamo avuto un bel po’!! la messa e’ interamente in tamil...quindi l’attenzione e’ giustificata a curiosare tra i sari colorati delle donne, gli occhi i sorrisi e i salutini dei bambini, e il pensiero spazia lecitamente in viaggi meditativi...e’ il brano della moltiplicazione dei pani e dei pesci...Enrico mi chiede cosa vorra’ dire per loro un simile racconto, loro che mancano, di acqua e cibo elettricita’ comodita’...
i discepoli suggeriscono a Gesu’ di congedare la folla perche' si procurino da mangiare, perche' pensino per loro stessi...che presunzione quella dei discepoli...che ne sanno di cosa ha bisogno quella gente? Che ne so io di cosa ha bisogno questa gente, come faccio a sapere cosa per loro e' abbastanza?!...Gesu' ribatte senza esitare "...date loro voi stessi da mangiare"...non importa che siano solo due pani e cinque pesci,
ieri era lunedi' abbiamo cominciato le nostre tanto attese lezioni...
da aspirante insegnante non posso che testimoniare che questi bambini sono il sogno di ogni docente diligenti educati rispettosi silenziosi quando serve vogliosi curiosi, e questo non vuol dire che manchino di vivacita’ energia fresca intelligenza voglia di divertirsi ridere parlare
ma sono coscienti che nella relazione educativa ci sono della regole come nel gioco, conoscono il limite e il rispetto che gli dimostrano rende possibile, a chi si pone come educatore, di trasformarlo in strumento “utile”
ieri alla St. James School, a Sooranam, era un normale giorno di scuola
l'istituto raccoglie ragazzi e ragazze, dai dieci fino ai diciassette anni, provenienti da Sooranam e dai villaggi vicini – l’orario e’ dalle nove alle quattro e mezza del pomeriggio
poi
come tutti i bambini del mondo, anche questi hanno compiti per casa
non come tutti i bambini del mondo, questi restituiscono dignita’ al concetto di studio istruzione educazione
ieri e’ rinata in me l’intuizione (e voglio lasciarla tale per non sovraccaricarla di nuovo!) della dignita’ alla studio
una volta una donna saggia ha detto che i diritti , la carta dei diritti dei bambini e simili non sono che convenzioni occidentali sovrastrutture giurisprudenza
il reale diritto allo studio dei bambini non cala dall’alto delle nazioni concordi
nasce dal basso della terra rossa su cui erano seduti ieri sera i ragazzi
il pomeriggio gli studenti di Sooranam e dintorni studiano seduti per terra all’aperto, in un angolo del villaggio dove sono state fissate due squallide luci al neon, i primi della fila godono della fredda luce, per gli ultimi si fa buio presto
gli studenti di qui studiano seduti per terra nella microscopica sacrestia della chiesetta del villaggio, di un bel verde acqua ma stretta affollata soffocante
uno accanto (appiccicato!) all’altro senza troppe pretese di spazio
quaderni e libri a terra ricurvi
studiano
nell’unico punto-luceelettrica del villaggio che sia il microportico di un microedificio, o le scale d’entrata della chiesa usando gli scalini per scrivere meglio, piu’ comodamente !?!?!?!? credo sempre piu’ che questa parola sia un lusso troppo occidentale...eppure loro studiano
da ieri per quanto mi riguarda il diritto allo studio istruzione educazione e’ la dignita’ vigorosa credibile “toccabile” con cui i ragazzi di Sooranam e dintorni ripetono la lezione...
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