domenica 3 agosto 2008

aria liquida

secondo giorno a Sooranam, India.
penso e cerco di capire se sono lucida, se mi sto rendendo conto della mia attuale collocazione geografica, non fa altro che aumentarmi il mal di testa che matematicamente mi accompagna nei primi giorni di ogni trasferta.
Il viaggio e’ stato lungo: dopo i due voli consecutivi Roma-Kwaitcity Kwaitcity-Chennay abbiamo dovuto aspettare dodici ore il successivo per Madurai (che abbiamo sfruttato per un po’ di sano turismo), e dall’aeroporto di Madurai ci hanno caricati su una Lasallian gip (ardente desiderio di Nicola inaspettatamente esaudito!!)! per altre tre ore di trasporto su ruote.

La prima cosa che impari a conoscere dell’India e’ l’aria liquida.
“…mmm…madonna ‘sta aria te s’azzecca in faccia!” direi che il commento di Nicola appena usciti dall’aeroporto a Chennay sia eloquente e chiarificatore.

L’areostazione e’ ancora zona franca , ha ancora sapore internazionale, ma quando si aprono le porte scorrevoli, da li’ comincia l’India
e ti ritrovi nell’aria liquida e subito, di fronte una muraglia di facce, sembra che non c’e’ spazio per uscire, una fila di facce, di corpi dietro a una transenna in attesa, che ti guardano, tutti simili, in sobrio silenzio appoggiati

il kitch e’ stato inventato in India
l’India e’ la wunderkammer del mondo
tutto tutto e’ affollato
le strade di persone
sembra che tutta la popolazione sia in strada a passeggiare ad aspettare l’autobus a chicchierare, a comprare a vendere, a dormire sui bordi dei marciapiedi, all’angolo a fare pipi’, a leggere seduti su una sedia dentro un edificio ancora in costruzione
persone spuntano ovunque
le strade sono invase dalle automobile dalle biciclette dalla versione moderna dei riscio’dai pulmann pubblici dai camion
un’unica regola: il clacson
suoni il clacson e tutto e’ permesso un continuo a ripetizione sottofondo costante

tu sei li’ intontito dall’aria liquida e dai clacson
ti affacci dal finestrino del taxi perche’ vuoi cogliere piu’ particolari possibili, catturare tutto..e il tutto dell’India rapisce te
e la bocca e’ asciutta perche’ rimane aperta di fronte a questo “nuovo mondo” e perche’ fa tanto caldo

tutto e’ affollato
gli edifici le baracche i mezzi di trasporti i negozi i muri tutto e’ coperto di scritte colori lettere disegni decorazioni luci e lucine e le decorazioni, come la stessa calligrafia tamil sono un fiorire abbondante di ghirigori
tu sei li’ intontito dall’aria liquida dai clacson e dai colori
e non sai quale ritaglio di India
fotografare

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