domenica 17 agosto 2008

waterfalls




il 15 agosto qui in India è festa nazionale, è l'anniversario dell'indipendenza e la mia giornata è cominciata con Muralii che mi faceva cenno di appuntarmi una piccola bandiera dell'India in carta sul petto
i ragazzi sono venuti a scuola solo per una breve cerimonia patriottica, con particolare cura per l'alzabandiera e l'inno che comunque ripetono ogni lunedì mattina
per i ragazzi di fede cattolica, c'è stata anche la celebrazione religiosa perciò siamo andati tutti insieme in parrocchia per la messa
il brano del vangelo è quello di Maria giovane gestante, che fa visita ad Elisabetta anche lei in cinta
è un brano da un intenso sapore muliebre: Elisabetta sussulta in grembo al saluto della cugina
penso alla maternità di queste due donne
portano ancora in grembo i loro figli e già accettano di donarli senza riserve al mondo: non possono nemmeno sceglierne il nome
la loro vocazione di donne, proteggere tutelare far crescere nutrire, non implica per loro, madri, il possesso del frutto del loro grembo
con Enrico e Nicola abbiamo pregato per noi, e per tutti gli educatori, per gli altri gruppi di noi lasalliani che offrono un servizio ai piccoli: i bambini e le bambine che incontro qui quelli con cui lavoro e lavorerò
non sono miei

il resto del giorno è trascorso senza troppe pretese
ci aspettava però un viaggio in notturna verso le cascate di Kutralam
con noi c'erano Bro. Vincent, l'anima gemella di Nicola, e Bro. Johnson
buona compagnia

siamo arrivati a destinazione verso le cinque del mattino, il tragitto in jeep fa figo (!) ma non è troppo comodo
l'intrapendenza dei viaggi zaino in spalla e poche comodità è affascinante: scopri quanti orpelli inutili superflui nasconde la nostra quotidianità

quando ci hanno presentato questa gita ci hanno sempre parlato o meglio accennato solo al dato naturale: "waterfalls"
la mia fervida fantasia aveva immaginato uno scenario selvatico e incontaminato impervio all'uomo...ci siamo ritrovati invece nel luogo a più alta densità abitativa finesettimanale
un po' l'Ostia degli afosi weekend estivi!
docce collettive
le fantomatiche waterfalls non erano altro che docce collettive: gli indiani fanno file di oltre mezz'ora, durante le quali si cospargono
corpo e capelli
di oli profumati
per poi sciacquarsi bruscamente, shampoo veloce per i più caparbi, sotto il getto forte della casacata
gomito a gomito o meglio gomiti altrui addosso, con tanto di manganellate se la rude guardia (comprensibile sgarbataggine visto che deve stare nell'acqua per ore) si accorge che sosti più dei ventitre secondi leciti!
l'intero rituale avviene, qui sarebbe scontato - sacrilegio - sottolinearlo,
uomini e donne separati
per cui
da sola
ho lasciato i miei baldi compagni e mi sono immersa in quel mare di sari e lunghi capelli neri sciolti
iris bianco in un campo di iris neri
vangoghiano
ero in fila con loro tra di loro
mi guardavano
curiose divertite
anche se presto tornavano al loro unto rito
qualcuna ha provato a parlarmi in tamil
qualcuna ha spiccicato qualche parola inglese masticata male sulla mia provenienza
intanto la fila scorreva
e questa sorta di battesimo si avvicinava

per un prevedibile copione, i primi a impattare con l'acqua fredda sono stati i piedi, brivido
tra uno spintone e l'altro
la facce divertite e i respiri mozzati le risa e i colori i capelli neri i profumi

l'acqua incontaminata e fredda del getto, mi ha riportato a me
al mio corpo, brivido
respiro mozzato
i jeans scomodi appiccicati rigidi alle gambe le spalle scoperte per la cannottiera
l'acqua potente sulla testa

sono pochi secondi in realtà

e la lotta delle donne per qualche attimo in più di doccia
continua

ma mi sento così viva
sembra che l'acqua prenda a scorrermi nella linfa
si mescolano

secondo battesimo indiano

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